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al testo di Amina Narimi
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"E lo sognavo, e lo sogno, Là, in disparte da noi, in disparte dal mondo un’onda dietro l’altra si frange sulla riva, - Tarkovskij -
Si elide lentamente nelle forme cicliche del rito l'ansia che sa il termine di tutto battendo di un solo passo l'uomo -mundus imaginalis lieve parete - al volto tuo con quali occhi e mani posso avvicinarmi -lama gemella di bellezza-?
Faccia a terra con le parole. lotto aspettando entri. la felicità pietra luminosa che si muove ancora nel giordano infinito. sotto la neve fruga il pane tra gli steli il nome (è) sveglio si posa sulla sera lei sogna riversa vita in completa nudità, dimentica di una ferita polare senza cura, correndo dentro tutto il corpo poco e molto insieme. Pianissimo per non svegliarla dagli occhi esce la foglia si leva l'ascolto dalle mani schiusa verso terre di quiete dove perfino il buio ha spento il buio, colando ai piedi luce
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